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Dall'altra parte la voce chiamava

Ma chi? Ma da dove?

lasciammo che facesse

che ci giungesse

alle spalle

estrema come artiglio

e pungente

sbranava la 

lontananza

 

Voce soltanto

urlo

silenzio che non si accetta

 

Abbandonata ogni figura

-cieco grigiore

ecco

solo odore

di un sogno terrorizzato

di una porta che sbatteva contro

di qualcuno che entrava o

forse usciva

-non quello col cappotto rosso quell'altro più giù in brache blu

di una mosca che nuota dentro

un bicchiere di gin

e poi affoga

 

Un odore

come dito che segna su un vetro appannato

-un nome forse?

 

la sensazione della via di casa

ritorno a una partenza

 

il sapere dell'anima

che sono ancora inutile

-dai capelli ai piedi

 

trovare anche

appena un tempo di te

di me

 

il tuo silenzio è soltanto

la mia voce impastata di pioggia

una frontiera disegnata storta

 Eros Ferrante - 09/11/2018 12:45:00 [ leggi altri commenti di Eros Ferrante » ]

il tuo silenzio è soltanto
la mia voce impastata di pioggia….

mi piace molto questo passaggio.. come se lo sentissi mio. complimenti.

 Salvatore Pizzo - 27/08/2018 14:41:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Un’eco che rimanda ai passi del Robinson Crusoe che segue, non riconoscendole, le proprie impronte, convinto fossero di altri:una metafora molto azzeccata la tua, per esprimere quella profonda incomunicabilità che ci stringe, a vivere, in isole deserte d’altra voce che non sia quella nostra, pure inascoltata seppure affollate le isole...
un saluto

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